Perchè visitare Chiusi




Centro storico di 

Chiusi


La bella Chiusi, situata in provincia di Siena a pochi chilometri dal confine con l'Umbria, è un'interessante destinazione sotto ogni punto di vista. Bandiera arancione del Touring Club Italiano, questa bella località  offre molto a chi sceglie di visitarla, grazie sia alle bellezze del suo territorio sia ai suoi magnifici dintorni, poichè nel raggio di pochi chilometri è possibile visitare bellezze del calibro di Montepulciano, Chianciano Terme e la Val d'Orcia, oltre naturalmente al poter "sconfinare" in Umbria per allargare gli orizzonti della vacanza. 

Chiusi è famosa per essere stata una grande e potente città etrusca che al tempo era nota con il nome di Clevsi, poi latinizzato in Clusium. La città faceva parte della dodecapoli etrusca, una lega che riuniva le 12 città più importanti dell'Etruria, e divenne particolarmente importante al tempo del re Porsenna (VI secolo a.C.). 

A questo personaggio sono legate alcune storie e leggende come quella secondo la quale Porsenna avrebbe fatto costruire a Chiusi un labirinto sotterrano che serviva per proteggere la sua tomba. In effetti questi tunnel sotterranei esistono per davvero, ma in realtà si tratta di un sistema per l'approvvigionamento dell'acqua. 

Nel III secolo  avanti Cristo, Chiusi entrò nell'orbita di Roma, mantenendo un ruolo di primaria importanza anche per via della sua posizione (la città sorge vicino al tracciato della Via Cassia). 

Seguirono secoli di dure lotte tra Chiusi e le altre città limitrofe per il controllo del territorio che, unite al deterioramento delle condizioni ambientali, economiche e demografiche, portarono la città verso un lungo periodo di decadenza. 

Oggi Chiusi fa del turismo uno dei suoi principali punti di forza, la città è molto apprezzata dai visitatori di tutto il mondo per il suo patrimonio storico artistico di primo livello.


Cosa visitare a Chiusi

Cattedrale di San Secondiano Martire


La cattedrale di San Secondiano Martire è il luogo di culto più importante di Chiusi. Costruita in stile paleocristiano a partire dal VI secolo d.C., ha subito profondi restauri nel corso dei secoli successivi. All'interno dell'edificio religioso, presso la navata di sinistra, è conservata la tomba di santa Mustiola, martire cristiana e patrona della città: il suo sepolcro originario era la catacomba di Santa Mustiola, situata poco fuori il centro abitato, vicino a un'altra catacomba, quella di Santa Caterina d'Alessandria.

Museo della Cattedrale

Sempre in piazza Duomo si trova il Museo della Cattedrale, la cui visita si traduce in un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta dell'antica Chiusi. Tra le altre cose, il percorso museale prevede l'ingresso nell'orto vescovile, da cui poi si accede al cosiddetto Labirinto di Porsenna, ovvero una serie di gallerie e cunicoli del IV secolo a.C. che – secondo la leggenda – ospiterebbero la mitica tomba del re etrusco. Nella parte conclusiva del percorso si raggiunge un'imponente cisterna etrusco-romana del I secolo a.C., in origine impiegata dalla città come riserva idrica. 

Il labirinto di Porsenna 

Immagini "dell'inestricabile labirinto" di Porsenna

Partendo dal museo della Cattedrale si accede al "Labirinto di Porsenna". Si tratta di un percorso sotterraneo di circa centotrenta metri costituito da cunicoli facenti parte di un complesso sistema idraulico etrusco, che si articola sotto tutta la città. La tradizione popolare ha per lungo tempo identificato queste gallerie con "l'inestricabile labirinto" che si trovava nel basamento del grandioso mausoleo di Porsenna. 

Una leggenda, forse medievale, narra che il sarcofago del grande re etrusco era custodito in un cocchio d'oro trainato da dodici cavalli tutti d'oro, vegliato da una chioccia e da cinquemila pulcini … d'oro anch'essi. 

Secondo la tradizione il mauseleo di Porsenna è custodito "nell'inestricabile labirinto" formato da gallerie che si articolano sotto tutta la città.  

Mausoleo del re Porsenna

Grande cisterna  etrusco-romana


Una volta  superato l'ultimo tratto di cunicoli, ci si trova davanti ad una scala in ferro che porta in quello che è uno dei luoghi più affascinanti del "labirinto di Porsenna": la grande cisterna di origine etrusca-romana del I° secolo a.C., con le pareti in coccio-pesto ed il grande pilastro centrale costruito 'a secco' che sostiene la doppia volta. I pozzi di prelevamento dell'acqua creano sul soffitto della cisterna un curioso gioco di luci e di ombre che scatenano la fantasia ed ecco che la volta in mattoni assume quasi la forma di un volto.

Torre Campanaria

Il percorso prosegue, e si conclude  risalendo nella torre campanaria, del XII secolo, che in origine fu struttura difensiva. Una moderna  scala di 142 gradini permette di raggiungere la terrazza superiore, dalla quale si può fruire di un eccezionale panorama che spazia fino a Montepulciano, al lago Trasimeno, all'Amiata e alla Valdichiana. 

Interno della torre campanaria

Campanile della Cattedrale

...... Il viaggio continua nel Museo Civico

Se visitare il "labirinto di Porsenna" vi ha fatto venir voglia di scoprire gli altri misteri del sottosuolo di Chiusi non vi resta che fare visita ad un altro curioso ed interessantissimo Museo Civico di Chiusi, "La Città Sommersa", che attraverso un itinerario suddiviso in tre sezioni, consente di conoscere la storia della città.. 

Il percorso espositivo inizia dalla sezione "Il Labirinto", nella quale è presentato, sotto tutti i suoi aspetti, il complesso sistema sotterraneo di Chiusi: dalla storia, alla ricerca archeologica, alla geologia, al mito di Porsenna.

La visita prosegue nelle sezioni "Attività Produttive" ed "Epigrafica", interamente allestita in cunicoli sotterranei. Oltre centoquaranta metri di gallerie ipogee che ospitano l'unica esposizione in Italia interamente dedicata all'epigrafia funeraria etrusca: circa trecento urne e duecento tegole tombali iscritte, che costituiscono un patrimonio eccezionale. Chiusi è, infatti, la città che ha restituito il maggior numero d'iscrizioni pertinenti al periodo compreso fra il III e il I sec. a.C., in una quantità superiore addirittura a quelle rinvenute a Roma e ad Atene. L'itinerario termina con la visita al famoso "laghetto" sotterraneo, dove, come sostiene lo speleologo che lo scoprì "il tempo scandito dallo stillicidio sembra essersi fermato, mentre al di sopra prosegue la vita convulsa di ogni giorno."

Prima sezione "Il Labirinto"

La visita del Museo Civico di Chiusi, dunque, inizia dal Palazzo delle Logge dove è allestita la sezione "Il Labirinto" che documenta, attraverso pannelli, oggetti interattivi, foto e un grande plastico, il mito del re etrusco Porsenna, il cui mausoleo sarebbe custodito nel cuore di un labirinto scavato proprio sotto la città. 

Seconda Sezione  "Attività produttive"

La prima documenta lo sviluppo dell'economia del territorio, un vero e proprio viaggio nel tempo e nelle tradizioni del territorio chiusino. Nel percorso sono esposte attrezzature agricole dei secoli XIX e XX, mentre le sale sotterranee ospitano ceramiche da cucina e da mensa (I secolo d.C.) e una campionatura di anfore da trasporto etrusche e romane. Queste preparano alla visita di un ambiente in cui è riprodotto, in sagome bidimensionali, un banchetto etrusco così come lo troviamo raffigurato negli affreschi della Tomba del Colle di Chiusi.

Anfore da trasporto Etrusche e Romane

Attrezzature agricole

Terza sezione "Epigrafica"

Urne funerarie


Tegole tombali 

La scrittura etrusca non è facile da decifrare ed è misteriosa, sia per i contenuti limitati ritrovati nei reperti archeologici dove si leggono solo nomi e numeri, sia per i caratteri che risultano essere piuttosto complessi. Quello che sappiamo con certezza è che gli Etruschi scrivevano da destra verso sinistra in modo continuo, senza lasciare spazi tra una parola e l'altra. Questo tour pensato per famiglie vi porterà alla scoperta dell'alfabeto e della scrittura etrusca con un laboratorio creativo che divertirà grandi e piccini. La prima parte del tour consiste in un'introduzione agli Etruschi grazie al supporto di una presentazione multimediale o direttamente con una visita alla sezione Epigrafica de La Città Sotterranea – la più grande collezione in Italia! Si entra poi nel vivo del tour con il laboratorio di scrittura guidato dal personale del Museo Civico, durante il quale i bambini si cimentano in prima persona nella riproduzione dell'alfabeto e con la lingua etrusca utilizzando tavolette di cera e argilla, piccoli vasi o manufatti di terracotta, rotoli di tessuto (proprio come gli antichi Etruschi!) dove impareranno a riprodurre simboli, parole e brevi frasi in alfabeto etrusco, tutte attività che hanno potuto sperimentare soltanto sui libri di scuola.


Full-immersion nell'arte antica: 

il Museo Nazionale Etrusco

Il Museo Nazionale Etrusco conserva numerosi reperti di raro pregio, distribuiti sui due piani dell'edificio ed esposti secondo criteri tematici e cronologici.  Massima attenzione è stata riservata al restauro dei materiali esposti, provenienti sia da collezioni che da scavi sistematici. I caratteri tipici della civiltà etrusca e del territorio chiusino sono rappresentati da pregevoli canopi in trono, bronzi laminati, buccheri decorati a cilindretto e a stampo, statue e rilievi in pietra fetida, sarcofagi e urne in alabastro e terracotta. Fra la statuaria di età romana spicca un ritratto di Augusto, che è considerato una delle più raffinate rappresentazioni dell'imperatore a noi pervenute. Degni di nota sono i ricchi corredi di tombe longobarde, che nel museo completano la ricostruzione della storia antica della città.

                                        Ritratto di  Augusto



               Bucchero etrusco

                  Canopo Etrusco

Urna funeraria Etrusca

Meraviglie del passato: visita  alle Tombe etrusche  ............

Sei interessato alle meraviglie del passato? Allora la necropoli di Poggio Renzo ti stupirà! Questo sito archeologico porta con sé i segreti di un'epoca lontana. Durante gli scavi ottocenteschi si sono scoperte tombe proprio sulla cima della collina. Scendendo lungo i pendii, si rivelano sepolture di epoca successiva, risalenti al VII secolo avanti Cristo, con vasi fittili che custodivano canopi. In tempi più recenti, sono emerse tombe di notevole interesse, purtroppo con decorazioni ormai perdute. Una di queste era adornata con dipinti di animali reali e fantastici, influenzati da uno stile orientalizzante. Una presentava scene di caccia alla lepre insieme ad altre immagini, anche queste fortemente deteriorate. Le numerosissime tombe sparse nel territorio hanno purtroppo subito fin dall'antichità devastazioni, saccheggi e sistematiche spoliazioni. Tra i pochissimi ipogei attualmente accessibili, si segnalano la Tomba del Leone (Sec.V a.C.) e la Tomba della Pellegrina (Sec. II a.C.) La visita a Poggio Renzo promette una vera e propria immersione nella storia attraverso le sue testimonianze archeologiche.

Poggio Renzo

Scavi archeologici alla necropoli di  Poggio Renzo. Per Chiusi è un ritrovamento importante perché può continuare a scommettere sulla storia e sulla cultura e tornare così ad essere la capitale degli Etruschi. La sepoltura etrusca è un ritrovamento che fa crescere  tutta la comunità che ha un patrimonio incredibile da poter mostrare e, a questo nuovo ritrovamento , nel prossimo futuro si pensa che siano individuate la maggior parte delle tombe etrusche e lanciare così una grande campagna di scavo che possa portare alla luce l'originaria necropoli.


Tomba del Leone

La tomba del Leone è una delle 

tombe etrusche di Chiusi, 

situate a circa 2 km dall'abitato sulla strada per il lago di Chiusi,

nella necropoli di Poggio Renzo.

La tomba,

che è aperta al pubblico,

deve il suo nome all'affresco di

due leonesse (o pantere) 

sul frontone di ingresso, oggi scomparso;

altri affreschi ornavano le pareti.

Sulla parete opposta all'ingresso

della camera di fondo si apre

uno stretto passaggio che forse

venne costruito durante lo scavo originario della tomba,

o forse da saccheggiatori.

Tomba della Pellegrina

Sarcofagi Tomba della Pellegrina

 

La tomba della Pellegrina 

è una delle tombe etrusche di Chiusi, 

situate a circa 2 km dall'abitato sulla strada per il lago di Chiusi, 

nella necropoli di Poggio Renzo. 

Deve il suo nome al podere 

presso cui è situata.

La tomba, 

che è aperta al pubblico, 

già saccheggiata in antico, 

oggi si presenta così com'era 

all'atto del rinvenimento, 

con cinque sarcofagi

 e 

dodici urne in alabastro e travertino 

con i coperti capovolti 

o rovesciati dai predoni.






Tomba della Scimmia



A partire dalla porta di ingresso si incontra l'inizio dei giochi, con dei giovani che reggono rami di palma, ai quali seguono due suonatori e una corsa di bighe. Nella scena sono  presenti  due uomini con rami di palma. Seguono due giovani che saltano giù da cavallo e  cioè due atleti che lottano alla presenza di un giudice. Dietro  quest'ultimo, nascosta in un ceppo di arbusti, c'è la scimmia che ha dato il nome alla tomba. La parte successiva mostra un atleta nell'atto di lanciare l'asta acconciato in maniera insolita, assistito da uno schiavo che reca un globo in mano e da due pugili. La parte seguente riporta giochi di destrezza e danze: si vede un suonatore di doppio flauto, due cavalli, ed infine, tornando verso la porta d'ingresso, è dipinta una scena forse di commiato, con un personaggio appoggiato a un bastone e due giovinetti ignudi che sembrano fare cenni di saluto.  La scena è quindi una serie di giochi atletici, lancio dell'asta, lotta, pugilato, spettacoli di abilità e danze. La donna col capo velato sotto il parasole è una nobildonna, una spettatrice o più probabilmente la defunta, la proprietaria della tomba in onore della quale si svolgono i giochi funebri.

La Tomba del Colle

La Tomba del Colle fu tra le prime 

venute alla luce nelle campagne chiusine: 

scoperte avvenute per merito delle bonifiche 

del fondovalle del Chiana o, indirettamente, a seguito della ripresa dei lavori agricoli. 

Dopo i primi casuali ritrovamenti, 

le ricerche si intensificarono 

anche se in maniera non del tutto perfetta. 

Anzi gli scavi di allora provocarono 

danni irreparabili alle tombe chiusine, 

in quanto i ricercatori di allora nobili, clero, scavini o cercatori di professione avevano come scopo 

non la conservazione dei beni storici culturali del luogo, 

ma bensì il ritrovamento di reperti e ricchi corredi 

destinati ad essere rivenduti nei vari mercati antiquari. 

Gli scavi venivano eseguiti senza alcun rispetto per il monumento. 

Tomba della Tassinara

La tomba della Tassinara o Tassinaia 

è una delle circa quindici 

tombe etrusche dipinte conosciute a Chiusi. 

Le pareti sono decorate 

da pitture applicate direttamente sulla roccia 

(non affreschi): 

su quella d'ingresso e quella di fondo 

si vedono due un grandi scudi 

tra due festoni, mentre le pareti laterali 

sono decorate con le raffigurazioni 

dei defunti col loro nome e festoni. 

Sulla parete di fondo si trovava 

un sarcofago di terracotta, 

con modellata sul coperchio 

una figura maschile, recante 

in mano il "rotolo del destino", 

conservato oggi nel 

Museo archeologico nazionale di Chiusi.


Tomba delle iscrizioni



La tomba dell'Iscrizione, è chiamata così per via di un messaggio inciso che invita a non depositare nulla al suo interno. Questo messaggio è un mistero che continua a incuriosire studiosi e visitatori. Purtroppo, la tomba non è aperta al pubblico, ma la descrizione di quello che si trova all'interno è affascinante. Ci sono infatti alcune banchine funebri che testimoniano le usanze sepolcrali degli Etruschi. Nonostante l'inaccessibilità del sito ai visitatori, la storia di questa tomba continua a essere oggetto di interesse per il suo valore culturale e per l'ingegnosità con cui gli antichi Etruschi hanno saputo sfruttare il territorio per i loro riti funerari. 


Ultima tomba rinvenuta a Poggio Renzo

Il territorio di Chiusi ha restituito un altro tesoro. 

E' stata infatti scoperta  una nuova tomba etrusca, 

non lontano dalle rinomate tombe della Scimmia, del Leone e della Pellegrina, 

sulla strada che da Chiusi porta verso il lago.

 "E' una scoperta di alto valore scientifico  compresa fra il capoluogo e il lago". 

Come è noto, la località fu sede di una delle più 

importanti necropoli urbane e una serie di scavi  

riportarono in luce una notevole quantità di 

oggetti in bucchero provenienti da una dozzina di tombe, 

mentre altre furono trovate già depredate. 

In seguito a dei lavori di sterro per la realizzazione 

di un piazzale antistante l'ingresso della Tomba del Leone,  

vennero casualmente in luce i resti di una piccola tomba 

ed alcune oreficerie pertinenti ad un'altra tomba distrutta. 

Durante  i lavori di ampliamento della carreggiata stradale della

 "Passeggiata Archeologica", 

vennero individuate altre tracce di strutture archeologiche. 

Siamo nel maggio del 1968 ed ebbe così inizio 

una campagna di scavo  che restituì un'altra tomba, 

a seguito di una piccola frana, che risultò però già depredata. 

La cavità presentò infatti recenti manomissioni 

e forte era il rischio di ulteriori scavi clandestini 

così da consigliare di procedere immediatamente 

con la sorveglianza del luogo. 

Il rinvenimento è di notevole interesse 

perché consente di tornare ad indagare su una 

delle necropoli più importanti di Chiusi, 

con le metodologie stratigrafiche 

e le nuove tecnologie che i tempi consentono. 

Inoltre nessuna delle planimetrie ad oggi note dell'area 

riporta la segnalazione della tomba.

A tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nell'indagine 

spetta ora un compito complesso ma estremamente affascinante: 

ricerche d'archivio 

per rintracciare eventuali antiche segnalazioni della sepoltura, 

un lungo lavoro di indagine archeologica

 per definire nel dettaglio tutti gli aspetti del rinvenimento, 

il presidio e la protezione della struttura, 

il suo restauro 

e forse anche la valorizzazione in un percorso di visita, 

a fianco delle altre camere ipogee già aperte al pubblico.


Ultima tappa del viaggio: le  Catacombe Cristiane.

Quando  l'antica Chiusi etrusca divenne  la nuova città romana, cambiò anche il modo di onorare i suoi morti e di realizzare le loro ultime dimore. E quando dal terzo secolo dopo Cristo la città divenne un importante centro di diffusione del cristianesimo le catacombe diventarono oltre che le nuove necropoli anche una testimonianza della fede dei nuovi abitanti. Chiusi conserva due catacombe nel suo territorio, entrambe scavate alla base del colle che regge la città. La catacomba di Santa Mustiola si trova in campagna, alla periferia cittadina, sulla strada che scende al lago. La catacomba di Santa Caterina è invece ormai accerchiata dallo sviluppo edilizio dello scalo di Chiusi.



Catacomba di Santa Mustiola


La catacomba di Santa Mustiola  deve 

l suo nome alla patrona della Città e della Diocesi, 

che secondo la tradizione 

vi fu sepolta verso la metà del III secolo d.C. 

Il cimitero si sviluppa per oltre duecento metri 

all'interno di gallerie, dove la maggior parte delle sepolture 

trova posto in nicchie di forma arcuata, 

ciascuna con due o tre deposizioni chiuse 

da tegole e coppi. L'ingresso principale conduce a 

una basilichetta che conserva ancora oggi 

l fascino delle prime celebrazioni cristiane. 




Catacomba di Santa Caterina 


L'attuale struttura della catacomba di Santa Caterina 

si è formata a partire da due complessi ipogei ben distinti, 

facenti parte di una più vasta area funeraria, 

che accoglievano sia sepolture cristiane che pagane. 

All'ingresso si può ammirare una bella urna in travertino 

ornata da fasci littori e da un personaggio togato. 

Due colonne con capitelli corinzi incorniciano un altare, 

dietro al quale si aprono le gallerie.  

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia